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Roberto Casti

La mia pratica, modellata sull'utilizzo di diversi linguaggi, non si basa su una riconoscibilità formale ma su una continua e necessaria ricerca interpretativa e teorica della realtà intesa come luogo di relazioni e convivenza. Attraverso diversi escamotage linguistici che invitano il pubblico ad attivare una consapevolezza più ampia del mondo circostante, ricerco la collisione con altre forme di agentività che contribuiscono all'atto artistico, rendendo così l'opera il punto d'incontro tra sinergie collettive. Da una parte alcune mie opere tentano un approccio diretto con l'indeterminato, allineandosi a elementi non umani e ambientali, sonori e di scarto. Invece The Boys and Kifer, il progetto performativo e musicale che ho fondato nel 2014, indaga nuove forme di relazione e collaborazione umane attraverso la costituzione di immaginari collettivi e rituali.

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Mercoledì 7 giugno 2023

«Roberto ci accoglie nello studio che condivide con altri due artisti in zona Morivione. Entrando si incontrano le opere installate in uno spazio che gli artisti allestiscono in occasione degli Studio Visit, mentre l’altra metà dell’ambiente è dedicata alle postazioni di lavoro. Le opere selezionate in quest’accurata esposizione sono le più esplicative della sua pratica artistica, le più recenti o semplicemente quelle a cui è più affezionato.

 

L’artista definisce la sua pratica come “un tentativo di andare oltre me”. Questo tentativo avviene principalmente attraverso la collaborazione con l’altro: con l’essere umano, nel vivere assieme in momenti di scambio e convivialità, e con il non umano. Il contatto con il non umano si configura tramite operazioni che tendono a ragionare su quelle che sono le presenze che, nella quotidianità, ignoriamo, o che addirittura disturbano l’ideale di perfezione che cerchiamo costantemente di raggiungere e, per questo motivo, eliminiamo o teniamo fuori dal nostro privato e dalle nostre case, che sono i luoghi dove maggiormente esercitiamo il nostro controllo antropocentrico e individualista. Questo diverso modo di collaborare si ritrova nelle due identità artistiche di Roberto: una produzione più oggettuale legata a elementi disturbanti o emarginati, e una produzione musicale e performativa con la band fittizia e partecipativa “The Boys and Kifer”.

 

Roberto utilizza medium differenti e quasi sempre realizza opere transdisciplinari ma c’è un elemento ricorrente nella sua produzione artistica: il suono che può essere sia elemento disturbante su cui riportare l’attenzione dell’uomo, sia un pretesto per condividere momenti, scambiare conoscenze o semplicemente stare assieme. Il suono è un elemento che nella nostra quotidianità sta sullo sfondo e che conserva sempre una sorta di misteriosità. A differenza delle immagini, che colpiscono lo spettatore che le subisce passivamente, il suono richiede l’attenzione del fruitore che è chiamato ad ascoltare attivamente. L’essere umano ha la necessità di comprendere tutto perché nella non comprensione risiede la paura, questa necessità è messa a nudo di fronte all’arte contemporanea che, invece di spiegare e dare risposte, deve aprire a riflessioni e domande sulle problematiche della realtà.

 

L’artista cerca di ispirarsi poco ad altri artisti contemporanei e contamina la sua pratica di stimoli esterni come la letteratura, la saggistica, la musica e il cinema. Roberto ci racconta di essere affascinato dalla letteratura e dalla filmografia dell’orrore che, come l’arte, disvelano le paure dell’uomo ponendo in risalto l’incomprensibile che va aldilà dell’essere umano. Nella libreria dell’artista compaiono autori della weird fiction horror come H.P. Lovecraft, Jeff VanderMeer o Shirley Jackson che attraverso l’horror indagano la psiche umana. L’uomo ha due grandi paure: la paura della morte e la paura di non comprendere, l’horror palesa ed evidenzia queste due paure facendo breccia nella psiche umana. Se parliamo di incomprensibile non si può non citare David Lynch e la sua arte enigmatica, disturbante, indecifrabile e perciò estremamente interessante per l’artista.

 

L’arte di Roberto, mettendo in luce gli elementi che stanno ai margini e intraprendendo collaborazioni con il mondo umano e non, indaga le dicotomie presenti nella società umana come quelle tra interno ed esterno, privato e pubblico, umano e naturale, individuale e collettivo e propone una sorta di mutua influenza tra sfere contrapposte, che può arricchire la visione dell’uomo di nuove possibilità alternative alla logica dominante.»

Marta Chinellato

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