top of page

Noemi Mirata

Solo dopo aver varcato la soglia del buio,

traversato il mondo delle ombre, posso risalire alla luce.”

Il lavoro di Noemi Mirata nasce dall’accettare l’esistenza di luce e oscurità, di vita e morte, non considerandoli solo come due elementi scissi fra di loro ma come elementi l’uno dipendente dall’altro e quindi in continua trasformazione.

Il mito di Proserpina esprime con chiarezza la presenza di due mondi, i quali sono connessi da un continuo immergersi e riemergere. Così come il seme attua la marcescenza per dar vita al germoglio e poi perire, l’uomo è vulnerabile e in uno stato perenne di precarietà, eppure è vivo.

Il suo lavoro è alla ricerca, quasi esasperata, di un luogo perduto o dimenticato, ma tendendo anche a riscoprire quel DNA memoriale che appartiene a ogni essere animato e inanimato.

Le installazioni organiche implicano la necessità di indagare il processo, consentendo al fruitore di avere un tipo di osservazione analitica e ravvicinata e portandolo ad essere attivo e non passivo nei confronti dell'opera."

Martedì 26 settembre 2023

«Noemi ci accoglie nella sua casa-studio a Lainate, nella provincia milanese, lo spazio dedicato al suo lavoro è intimo e accogliente, vi sono alcune opere installate alle pareti e un'alto tavolo in ferro dove l'artista sta ultimando uno della serie di dipinti che affrontano il tema dell'acqua. Ci racconta di essere tornata a dipingere dopo anni in cui ha lavorato prevalentemente a opere scultoree, fotografie e installazioni. È stata la visceralità del mezzo a riportarla alla pittura per esplorare la verità della morte e il suo legame spirituale e mitologico con l'acqua, elemento protagonista delle sue ultime ricerche. 

 

Spirituale e mitologico sono due parole chiave della ricerca di Noemi che ruota attorno ai concetti di trasformazione e accettazione dell'oscurità della vita e della morte. Come Proserpina, quasi sdoppiata tra il mondo dei vivi e l'oltretomba, la pratica artistica di Noemi mette in luce il legame tra la vita e la morte. Servendosi spesso di elementi organici, come piante e semi, evidenzia la tensione all'energia della vita ma anche alla morte come parte imprescindibile e incontrollabile della vita. Queste ricerche, che spaziano dalla mitologia e la tradizione alla simbologia sacra e pagana, l'hanno portata ad approfondire la simbologia degli elementi per ricreare un legame con l'opera che va oltre il nostro sguardo materialista sul mondo.

 

Come accennavo nell'introduzione, Noemi sperimenta con le tecniche e i materiali più disparati a seconda delle tematiche che affronta e della resa che vuole ottenere. Si nota sempre un'attenta ricerca sui materiali che utilizza sapientemente in base ai significati e alle sensazioni che vuole dare allo spettatore. Curioso è l'utilizzo dei materiali organici, nelle sue installazioni non cerca in alcun modo di controllare il ciclo di vita delle piante e nemmeno le direzioni che esse prendono durante la crescita, si tratta di un'accettazione della perdita di controllo laddove vita e morte agiscono. 

 

Nelle sue opere vi è sempre comunque una dimensione installativa che permette all'artista di modificare il punto di vista tradizionale dell'osservatore. Cambiando la visione, il visitatore viene attivato e, anziché subire l'opera passivamente, si pone in ascolto e si lascia guidare da essa. Vi è inoltre un qualcosa spirituale e trascendente che avvolge le opere di Noemi, aggiungendo una dimensione che va oltre il mondo terreno e che ci costringe a confrontarci con i tabù sulla morte che permeano la nostra società. 

 

Fuori è ormai calata la sera e lo studio di Noemi è illuminato dalla luce calda della lampada sulla scrivania, gli oggetti che ci circondano riproducono ombre suggestive sulle pareti ed emergono la delicatezza e la spiritualità dei suoi lavori.»

Marta Chinellato

bottom of page