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Martina Cioffi

"Le installazioni site-specific e le sculture di Martina Cioffi traggono linfa dall’osservazione meravigliata della capacità trasformativa degli organismi vegetali. Si sviluppano in una rilettura simbolica del paesaggio e del nostro indissolubile legame con esso. 

Il suo immaginario cerca di evocare un legame ancestrale con una natura potente, creatrice e feconda non ancora spogliata del suo afflato magico. Riflettendo sulle immagini archetipe che uniscono l’inconscio collettivo dell’umanità, cerca l’emergere di affascinanti “telepatie”, rivelando una rete nascosta di radici interconnesse, simile ad una foresta sotterranea."

Sabato 16 Dicembre

 

Ci troviamo a Fino Mornasco, paese nella provincia di Como. Qui incontriamo Martina Cioffi, un artista che sviluppa la sua pratica su un pensiero e una poetica che fa riferimento all’elemento naturale e alla sua forza di connessione.

Ci accoglie direttamente nel suo studio, che ha più l’aria di essere un laboratorio, è un garage arredato e preparato per poter contenere tutti i materiali e parte dei suoi lavori, in un angolo la sua pratica da spazio ai macchinari necessari per la creazione della birra, passione del suo compagno.

 

Lo spazio pur non essendo particolarmente grande è ben organizzato e soprattutto carico di fascino. Le sue opere qui paiono sezionate: i complessi lavori che mostra diventano tutto ad un tratto semplici ma allo stesso tempo articolati, in quanto ne possiamo osservare le stratificazioni e tutti gli step di realizzazione. Ecco quindi su delle mensole i moduli di creta crudi, altri cotti, altri già smaltati; di fianco le armature interne che li sosterranno: una vuota e una che inizia a prendere forma grazie all’applicazione dei vari componenti. È stimolante trovarsi di fronte al processo delle opere cosa che, per quanto possa sembrare scontato in uno studio d’artista, non è una cosa che ci capita spesso di osservare.

 

La ricerca di Martina è fortemente materica e soprattutto tecnica. La creta si dimostra essere il materiale principe della pratica ma anche della poetica dell’artista. Questo legame con la natura e il vegetale la porta infatti a sperimentare con la materia che più è legata al suolo e che per Martina “accompagna l’umanità nell’abitare e nel farsi casa”. La creta è infatti una sostanza quasi viva, che trasporta con sé, non solo un grande potenziale e una quasi infinita capacità di mutare e trasformarsi, ma anche a livello simbolico si sposta e si evolve all’interno di ambiti come il paesaggio, l’organico e l’effimero. È un materiale pregno di significato che, mediante la ricerca Martina, viene studiato, immaginato e sviluppato in tutte le sue stratificazioni. Spesso la creta viene lavorata a tal punto da renderla difficilmente riconoscibile.

 

Le opere di Martina, dall’aspetto dinamico e grintoso, raccolgono in se un forte amore per la natura e, più nello specifico, per il vegetale. La sua riflessione si sofferma quindi sulle piante e sulla loro rappresentazioni nella storia dell’arte, più collegata all’ornamento o percepita come contorno, mentre nelle opere dell’artista le inflorescenze e le infruttescenze diventano il soggetto. L’immaginario che Martina ci offre racconta la pianta come protagonista, il vegetale si fa legante tra la storia e l’uomo: ogni luogo o località presenta uno o più piante che ne compongono le radici, dal punto di vista della creazione, ed questo quello di cui parlano le opere.

Spiegato ciò diventa semplice capire perché le opere di Martina nascono essenzialmente per essere site-specific e per essere donate, al luogo su cui sono state pensate.

 

Martina si muove tra i paesaggi mentali delle persone che incontra, appena arrivate infatti ci chiede di descriverle il nostro, pensavo sarebbe stato difficile individuarlo, ma appena ho chiuso gli occhi me lo sono ritrovata di fronte. Qui, di nuovo, il naturale si fa legante tra persone e storia delle stesse.

 

Sandra Beccaro

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